Marinaleda è un paesino dell’Andalusia nella provincia di Siviglia, baciato dal sole come molti altri affascinanti pueblos blancos del sud della Spagna, ma non è una famosa località turistica. Non ha musei spiagge né musei interessanti, e i turisti qui non si vedono quasi mai.
I pochi che si avventurano qui non cercano relax o divertimenti, ma vogliono vedere con i loro occhi quello che viene considerato uno degli esempi meglio riusciti di società socialista democratica. Impossibile? Pare di no: qui l’utopia si è fatta realtà.
Da quando nel 1979 è salito al potere il sindaco Juan Manuel Sanchez Gordillo, a capo del movimento Izquierda Unida, a Marinaleda vige un sistema economico basato sull’eguaglianza e sulla condivisione di risorse.
Tutti gli adulti del paese lavorano, con la disoccupazione prossima allo zero, percependo lo stesso salario indipendemente dalla mansione svolta, che sia lavoro agricolo nei campi o lavori nell’amministrazione pubblica.
Grazie ad un uso efficiente delle risorse comunali e all’abolizione di servizi ritenuti inutili, come ad esempio la polizia locale, uniti all’impegno di tutta la comunità nella manutenzione di strade e verde pubblico si è riusciti a creare un’oasi di felicità dove a nessuno manca nulla.
Quanti soldi guadagnano gli abitanti di Marinaleda? E quanto spendono? Ecco qualche esempio:
La reazione immediata di chi scopre la realtà di Marinaleda leggendo un articolo sul web è: “fantastico, voglio andare a vivere lì!”. Dobbiamo subito smorzare il vostro entusiasmo: andare a vivere a Marinaleda non è così semplice, per vari motivi. Vi elenchiamo i due principali.
La società “perfetta” di Marinaleda si basa su un labile equilibrio il cui fondamento è la coesione tra gli abitanti della città: l’inserimento di elementi esterni è un po’ rischioso e finora si è cercato di evitarlo.
Inoltre, per quanto possa sembrare meravigliosa la vita a Marinaleda, non è roba da tutti rinunciare a tante comodità per andare a vivere in uno sperduto paesino di campagna con pochi eventi e divertimenti, magari a fare un faticoso lavoro fisico.
Per circa quarant’anni questo sistema rivoluzionario ha funzionato molto bene, con soddisfazione da parte della maggioranza degli abitanti, ma di recente i giovani della città hanno iniziato a mostrare il loro malcontento di confronti di un sistema politico uguale a se stesso per così tanto tempo. Lamentano la mancanza di novità e il ruolo centrale del sindaco, che secondo alcuni dispone di poteri troppo ampi.
Fare previsioni su quanto accadrà è difficile, certo è che la “bella vita” di Marinaleda è stata conquistata dai padri e dai nonni di questi giovani con dura fatica, mentre loro si sono ritrovati ad averla senza sforzo e forse per questo l’apprezzano meno.
Chi lo sa, magari passati gli anni di gloria rivoluzionaria Marinaleda si riaprirà al capitalismo e diventerrà la meta turistica di chi vuole vedere l’ennesimo sogno utopico infranto. Per ora però rimane una realtà.
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